DICONO DI NOI

OGGETTI DA COLLEZIONE CHE PASSIONE!

Compie 55 anni l'antiquariato del Comelico. Una bella età per una specialità artistico-artigianale che ha contribuito a qualificare turisticamente la vallata. Le insegne che si incontrano percorrendo la Val Comelico danno l'idea di una presenza preziosa. Di un piccolo mondo che ha saputo far nascere una specificità economico - culturale anche lontano dai grandi centri. E con il mercato l'antiquariato ha richiamato in Comelico anche una particolare attenzione culturale. Perchè i mobili antichi, le statuette lignee, i quadri, le stufe e tutti gli oggetti da collezione che si trovano nei magazzini degli antiquari del Comelico raccontano la civiltà dei paesi di provenienza. E sono il frutto di tante esperienze umane che hanno scritto la storia di tante comunità e di popoli interi. Come a dire che la storia dei popoli non è altro che l'insieme di tante microstorie fatte di gesti e di scelte ma anche di oggetti, di mobili e di componenti dell'arredamento abitativo frutto dell'estro e della creatività dell'uomo. Anche il crocifisso ligneo che Antonio ha acquistato alla fine degli anni cinquanta in Val di Zoldo e che conserva gelosamente a casa usa è frutto dell'estro artistico dell'uomo. Antonio si è convinto che sia un Brustolon. Ma non ha mai voluto farlo vedere agli esperti. Un po' per timore di qualche condizionamento chissà di che tipo e anche per paura di rimanere deluso. Proprio un bel tipo Antonio Sacco Sonador di Dosoledo. E' lui il capostipite dell'antiquariato del Comelico. E' stato lui, 55 anni fa, ad intraprendere l'attività che, un po' alla volta, ha contaminato la vasta parentela dei Sacco Sonador ed altri ancora fino a dar vita ad una tale concentrazione di antiquari in un solo territorio comunale - quello di Comelico Superiore - da farne un caso unico in Italia e non solo.

Abbiamo incontrato il patriarca Sacco nella casa del figlio Giuliano mentre guardava con tanta passione e spirito critico la tappa del Tour de France. "E' sempre bello il ciclismo. Da sempre è lo sport migliore. Ma una volta erano più forti". E lo dice con la consapevole saggezza di chi ne ha già viste tante. Classe 1926, ha cominciato a fare l'antiquario quando non aveva ancora compiuto 30 anni. Era il 1956.

" Prima facevo lo stagnino. Un lavoro che, con l'arrivo dei nuovi materiali, è andato via via scomparendo. Avevo cominciato a fare lo stagnino fin da ragazzino in Alto Adige. Da noi in Cadore si faticava a tirare avanti."

Ed è stato proprio in Alto Adige che Antonio ha scoperto l'opportunità che gli avrebbe offerto l'antiquariato. Ma il passaggio non è stato diretto. " Conclusa l'epoca degli stagnini ho cominciato a raccogliere ferro vecchio e ho toccato con mano la possibilità di commercializzare oggetti del passato che piacevano ai collezionisti, agli appassionati. Ricordo ancora l'interesse che richiamavano, ad esempio, le vecchie serrature e altri oggetti forgiati dai fabbri artigiani della Val Pusteria. Poi, un giorno, un signore che aveva già comprato qualcosa mi chiese di procurargli una piccola cassapanca. E' stata la prima di una lunga serie che gli ho venduto guadagnando un po' di soldini. E' fatta, pensai. Mi misi a caccia di mobili in tutte le valli dell'Alto Adige. Ne acquistai tanti da riempire due magazzini." Ma Antonio pensava che sarebbe stato sufficiente possedere i mobili e aspettare i clienti sulla porta del magazzino - negozio. " E invece - sottolinea, alzando il tono della voce per dar vigore ad un insegnamento che poi ha dato i suoi frutti - e invece è indispensabile promuovere, comunicare, far conoscere. E questo vale anche per il turismo. In Comelico, in Cadore, abbiamo le più belle montagne della terra. Ma se non lo diciamo ai turisti....se non facciamo arrivar loro, magari a casa attraverso la televisione, le immagini delle nostre montagne, come possiamo pretendere che vengano in vacanza da noi." E Antonio Sacco Sonador ha fatto proprio questo. Ha caricato i mobili e gli oggetti più belli su un camion e ha cominciato a visitare gli antiquari delle città e dei centri più importanti dell'Alto Adige. " E' stato un successo. Ho cominciato a vendere alla grande. Compravo e rivendevo spesso senza neppure restaurare i mobili. Era tutta roba di qualità ma non tutti erano in ordine. Avrebbero avuto bisogno di un intervento. Non avevo il tempo per farlo. Compravo e rivendevo senza fermarmi." A proposito di restauro c'è da dire che Antonio, oltre ad esser stato un grande lavoratore ha sempre avuto la capacità di imparare al volo arti e mestieri. Così è stato anche per i lavori di falegname e soprattutto di restauratore. " Oggi, molto più di ieri, è indispensabile saper lavorare bene il legno per poter fare bene l'antiquario." Ma non basta. Ci vuole tanta passione. Ed è proprio questa la lezione che Antonio impartisce quotidianamente ai figli, ai nipoti e ai clienti che arrivano anche da lontano ad acquistare i suoi pezzi i antiquario. " La passione è fondamentale - ripete - per acquistare gli oggetti, che vanno ricercati con cura, per restaurarli e per venderli. Il cliente si accorge se ci metti passione. Non può essere soltanto un'operazione commerciale." Quando, dopo aver girato tanto per l'Alto Adige, ha pensato di aprir bottega nella sua Val Comelico, Antonio si è sentito l'uomo più ricco del mondo. E qui ha fatto tanto che è riuscito ad aprire la strada a tanti altri Sacco Sonador. Si chiamano quasi tutti così gli antiquari del Comelico. " Quasi tutti parenti. Hanno seguito la strada che ho intrapreso." L'orgoglio sprizza anche dai pori della pelle. E' comprensibile ed è giusto. E' merito suo se il Comelico oggi è noto anche per l'antiquariato, un settore commerciale c he cammina di pari passo con la storia e con l'arte oltre che con l'arredamento e l'artigianato. Tutto è cominciato 55 anni fa con le prime avventure commerciali di Antonio Sacco Sonador. E la ricorrenza sarà festeggiata domenica 21 agosto con la prima Giornata dell'Antiquariato in programma a Dosoledo presso il Palazzo della Regola dove è allestito anche il nuovo Museo Algundnéi. L'incontro è fissato per le ore 11. In programma una breve nota storico- economica e, in anteprima, la visita guidata ad alcune autentiche chicche che gli antiquari del Comelico stanno immettendo sul mercato. L'iniziativa - sostiene Davide Zandonella Necca, presidente della locale Consulta della Confcommercio - vuole essere il primo passo per arrivare al riconoscimento di una sorta di distretto dell'antiquariato. Potrebbe chiamarsi "Distretto dell'antiquariato delle Dolomiti". Le condizioni ci sono tutte a cominciare dall'esperienza lunga ormai 55 anni. Molto dipenderà dalla capacità degli operatori di mettersi insieme, superando gli individualismi, per dar vita ad un gruppo compatto. Allora il successo è garantito. E i benefici saranno per tutti: per gli antiquari e per il Comelico dal momento che questo specifico settore economico può essere, a ragione, annoverato tra quelli capaci di richiamare turismo di eccellenza..
- Bepi Casagrande, da " Il Cadore ", Agosto 2011 -
IL TARLO CONTAGIOSO

C'è un paese nel Comelico dove gran parte degli abitanti ha lo stesso cognome e fa lo stesso mestiere: l'antiquario. E' Dosoledo, sperduto borgo ben noto però agli architetti e ai galleristi di Cortina d'Ampezzo, Milano, Venezia. Fino al dopoguerra, gli uomini facevano gli stagnini ambulanti. Un paio di fratelli notarono che i mobili delle baite che visitavano tra Tirolo, Trentino e Austria spesso erano esposti nelle vetrine cittadine. Così iniziarono a raccoglierli e a restaurarli. Ricordano i figli di Evelina che la mamma, durante le Olimpiadi invernali del 1956, metteva un banchetto a Cortina e vendeva ai ricchi turisti antiche statuine, giocattoli di legno, scatole di cirmolo dipinte con scene naif secoli prima. Fu un successo. La febbre del tarlo si diffuse in paese, tanto che oggi ci sono una decina di botteghe. Salire quassù vale la pena per i prezzi concorrenziali e per l'eccezionale scelta di armadi e cassapanche decorate, credenze con piattaie, tavoloni rustici, oggetti contadini, ma anche mobili intarsiati austriaci d'alta epoca. Pezzi ideali per riscaldare anche la casa più fredda.
- da "Ville e Giardini", Gennaio-Febbraio 2008 -
A BATTESIMO IL DISTRETTO DELL'ANTIQUARIATO

DOSOLEDO. " E' nato tutto un po' per caso. Con qualche commissione svolta per il sagrestano della chiesa di San Candido. Prima mi aveva chiesto delle vecchie serrature metalliche, poi una cassapanca, poi altri articoli per l'arredo delle vecchie case ". Così Antonio Sacco Sonador racconta con semplicità e schiettezza in una intervista a Bepi Casagrande, l'inizio della storia dell'antiquariato di Comelico Superiore. A metà anni '50 erano tempi duri per chi viveva in montagna, o si inventava qualcosa o doveva emigrare in Svizzera o Germania, come fecero molti.

Così Antonio e i suoi fratelli inventarono letteralmente questa attività, un impegno che era destinato negli anni seguenti a fiorire in modo rilevantissimo, come la storia di questa esperienza ha dimostrato. Al punto che oggi il Comune di Comelico Superiore rappresenta l'area con il maggior numero di antiquari, rispetto al numero di abitanti e alla superficie comunale. Un piccolo record che giustifica l'iniziativa promossa della Confcommercio di Belluno, su iniziativa del rappresentante locale, Davide Zandonella,volta alla creazione di un "distretto per l' antiquariato"con sede proprio in Comelico. La prima giornata dell'antiquariato, con la presenza di un centinaio di persone nel museo Algundéi di Dosoledo, ha visto la presentazione dell'iniziativa, curata dal giornalista Bepi Casagrande, con la partecipazione del presidente di Confcommercio di Belluno, Franco Debortoli, con il vice sindaco di Comelico Superiore Raffaella Mario, con vari rappresentanti della famiglia Sacco Sonador. Dopo la proiezione dell'intervista ad Antonio, l'intervento di Debortoli ha evidenziato l'importanza che l'associazione ha inteso assegnare all'iniziativa che mira a valorizzare la montagna e le sue ricchezze imprenditoriali. " Un ringraziamento doveroso va fatto a quelli che hanno reso possibile questo traguardo: Davide Zandonella Necca, Luca Dal Poz, Marco Genova, ma soprattutto i componenti delle famiglie Sacco Sonador, che hanno compreso l'importanza di questa attività, ed in particolare Luciano che ha assunto il ruolo di coordinatore del gruppo di lavoro". Anche Davide Zandonella ha voluto rimarcare la peculiarità di una professione, nata per la geniale intuizione di uomini di montagna, senza una istruzione specifica, ma che hanno saputo con impegno e coraggio affrontare con successo le difficoltà della vita e del mercato, creando pressochè dal nulla una realtà imprenditoriale che oggi prosegue brillantemente con l'impegno dei figli. Infine il vicesindaco Raffaella Mario ha espresso il suo ringraziamento a questi imprenditori per il ruolo svolto anche e soprattutto in chiave di promozione locale e turistica delle ricchezze del Comelico, assicurando il sostegno dell'amministrazione comunale. La giornata è proseguita con la visita ai vari negozi alla scoperta di pezzi rari e interessanti che non mancano mai. Una realtà pregiata che gli imprenditori hanno saputo valorizzare sempre di più fino ad oggi e che con questi nuovi scenari, sta dunque preparando le basi per accreditarsi un ulteriore valore aggiunto ma soprattutto un futuro.
- di Livio Olivotto, da "Corriere delle Alpi", 22 Agosto 2011 -